Mentre gli effetti delle politiche industriali noncuranti del territorio e dell’ambiente sono ancora visibili sotto gli occhi di tutti, l’epoca attuale sembra aver imparato dagli sbagli del passato sviluppando una rinnovata attenzione all’ecologia e alla salvaguardia di Madre Natura.
Sono molte le aziende che hanno deciso di adeguarsi ad un modello di produzione ecosostenibile, una scelta che ha portato notevoli benefici a livello di prestazioni aziendali, di ridotto impatto ambientale e di immagine agli occhi dei clienti.
Occuparsi dell’impatto ambientale della propria impresa è oggi sempre più necessario per una resa ottimale, che tenga conto della salute del territorio, dei consumatori i e degli stessi dipendenti.
Tutte le attività produttive che si dedicano alla produzione, trasformazione o commercializzazione di alimenti, indipendentemente se si tratti di lavorazione industriale o artigianale, devono accertarsi, tramite periodica attività di analisi, delle condizioni igieniche e sanitarie in cui gli alimenti sono prodotti, trasformati, conservati e consumati.
É obbligo di ogni operatore della filiera produttiva alimentare assicurare sicurezza e alta qualità della produzione, a garanzia del consumatore finale.
Mettere in atto una procedura di autocontrollo secondo quando previsto dal Manuale HACCP è non solo obbligatorio, ma fondamentale per chi opera nel settore alimentare.
Nella sua redazione è importante fare un’attenta analisi delle situazioni di rischio che gli alimenti corrono in tutte le fasi del processo produttivo e studiare per ogni criticità un’azione da mettere in atto per garantire che l’intero processo si svolga in condizioni di sicurezza igienico-sanitaria.
La contaminazione può avvenire in diversi modi: a causa di carenze igienico – sanitarie nelle fasi di produzione, trasformazione, conservazione e commercializzazione.
La contaminazione può avvenire da contatto diretto con superfici di strumentazioni ed attrezzature non correttamente igienizzate; o in modo “incrociato”, per contatto con altre matrici alimentari o con matrici ad un altro stato di lavorazione.
A seconda del settore in cui si opera la normativa vigente impone la periodicità con cui svolgere le analisi.
Nulla vieta, ed è anzi auspicabile, che l’attività di analisi venga svolta con una maggiore frequenza per assicurarsi costantemente della qualità dell’alimento.
Un controllo analitico costante sulla filiera produttiva evita che si verifichino casi di contaminazione non solo del singolo alimento o tipologia di alimenti, ma dell’intera filiera produttiva, con danni economici e ripercussioni non indifferenti per il produttore.
Analisi Latte e Derivati
Dietro la purezza evidenziata dal suo colore candido, il latte presenta una struttura complessa.
Il Regolamento CE n° 853/2004 approvato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio il 29 aprile 2004 stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale, tra questi compreso il latte.
Il latte presenta caratteristiche chimiche e chimico-fisiche che favoriscono la crescita di microrganismi di varia natura.
I risultati delle analisi del latte crudo, sono un importante parametro per valutarne la qualità e l’idoneità ad essere immesso in un processo produttivo.
Analisi Olio
L’Unione europea ha stabilito precise linee guida relative
Eseguiamo analisi microbiologiche e chimiche su: Latte, Olio, Prodotti Ittici, Salumi, Vino, Carne.
Le analisi sugli alimenti vengono effettuate su matrici alimentari al fine di verificare la qualità dell’alimento e le sue caratteristiche in merito alle proprietà nutritive.
Le Analisi Alimentari sono fondamentali per assicurarsi che il prodotto alimentare sia esente da contaminazioni che possano pregiudicarne l’edibilità, comportando problematiche di salute nel caso di consumo.
La qualità di un prodotto non dipende soltanto dalla sua produzione, ma soprattutto da com’è conservato, distribuito
L’analisi del terreno va effettuata solitamente 1 o 2 mesi prima della messa in coltura, in alternativa alla fine del ciclo produttivo, così da non interferire con la coltivazione: il rischio sarebbe di analizzare i fertilizzanti o i concimi, falsando così i risultati.
Il periodo d’intervento varia comunque a seconda del tipo di terreno e di coltura.
Effettuare controlli periodici e specifici consente di:
Effettuare l’analisi del concime è di notevole importanza per verificare che i concimi immessi sul mercato siano conformi, per qualità e composizione, alle prescrizioni legali.
Diverse normative, nel corso di un secolo, ne hanno regolamentato l’analisi; oggi ci si rifà all’ultimo decreto MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) del Giugno 2016.
Il momento ideale nel quale effettuare l’analisi delle foglie dipende prima di tutto dalla specie della pianta.
Per i fruttiferi il periodo indicativo per raccogliere i campioni da analizzare è la seconda settimana di fioritura, mentre per la vite si va dalla fine della fioritura ad inizio autunno.
È necessario che le foglie analizzate siano mature ma poco oltre il periodo giovanile.
Devono essere sane e non più in crescita, prive di danni causati da agenti atmosferici o parassiti; devono essere prelevate alla medesima altezza e da differenti lati della pianta.